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Statement

Alla fine lo statement lo scrivo di getto, perché non sono coerente nella mia vita, quindi il vizio che pago è questo. Però è una caratteristica che è richiesta, nonostante pensi che non valga tanto nel nostro tempo. Nel frattempo uno cerca di catalogare, rinchiudere o identificare una ricerca che non è nulla se non altro il desiderio di esprimere qualcosa. Come se fosse identificativo di ciò che tu sei lo statement, mentre inevitabilmente sarai altrove tra un pò di tempo. Però c’è una coerenza nel gesto o nella perseveranza di raccontare ciò che a parole non puoi fare. E allora li i punti si uniscono nel rappresentare ciò che tu sei ora, nel tempo e nello spazio. La coerenza non può essere un valore aggiunto perché per essere tali vorrebbe dire fallire e non progredire. Ciò che amo dell’arte è quella libertà che nella vita comune non hai. A volte puoi incontrarti con lei e li il lavoro è presentato al pubblico ove esso sia. Ho sempre pensato che il fine ultimo dell’arte sia quello di essere contemporanea della propria epoca. E’ abbastanza banale nel dirsi ma tutt’altro a farsi. Gli inciampi sono maggiori che i trionfi. Amo i colori e le infinite possibilità che possono dare, potrei definirmi un colorista. Prediligo le tecniche digitali nonostante mi sia addentrato in molti stili differenti, ma la tecnica è solo un mezzo e non un fine. Spesso mi chiedo perché l'ho fatto ma nel corso del tempo la risposta è sempre la stessa. Non so vivere senza.

Se dovessi definire il mio statement probabilmente potrebbe essere quello di non essere coerente con me stesso ma con l’ambizione di raccontare la contemporaneità che viviamo riuscendo a trasformare un evento privato in pubblico. E’ un casino lo statement.

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